L’ambiente in cui viviamo
Il mondo in cui viviamo è composto al 71% di acqua, di cui il 97% è salata (mari e oceani). Da ciò ricaviamo che noi esseri umani occupiamo solo il 30% dell’intera superficie della Terra e neanche nella sua totalità, infatti nel deserto o ai poli l’uomo non riesce a vivere perché manca l’acqua potabile.
Le prime civiltà si sono sviluppate sulle rive dei fiumi perché quell’acqua permetteva l’irrigazione dei campi e quindi l’agricoltura. Poi altre civiltà si sono sviluppate lungo tutte le coste del Mar Mediterraneo, che permetteva loro di scambiarsi le merci. Per tutti questi motivi si capisce che l’acqua è un elemento fondamentale per la vita sulla terra sia per l’uomo, ma anche per le piante e per gli animali.
Uno dei fenomeni più importanti che avviene sulla Terra è il ciclo dell’acqua: nella prima fase, grazie al calore, l’acqua, presente sulla Terra, evapora salendo verso il cielo; entriamo allora nella seconda fase, nel cielo l’acqua sotto forma di vapore acqueo si trasforma e inizia a prendere la forma di goccioline, che mettendosi tutte insieme diventano sempre più pesanti; arriviamo allora alla terza e ultima fase: le goccioline diventano talmente tanto pesanti che si trasformano in pioggia, e l’acqua ritorna nuovamente sulla Terra.
L’acqua del mare ha una grandissima importanza in questo ciclo, ed è quindi fondamentale tenerla il più pulita possibile. Il mare è poi anche ricco di vegetazione (come le alghe) e di animali (le balene, i crostacei, i delfini, i coralli, e tantissimi altri), che consentono all’intero ecosistema di funzionare alla perfezione. L’uomo però, soprattutto negli ultimi anni, ha iniziato a produrre sempre più rifiuti e qualcosa nei mari è cambiato.
L’uomo produce rifiuti
Nella vita di tutti i giorni noi uomini produciamo tantissimi rifiuti: la plastica è uno dei rifiuti principali e più problematici perché se non viene smaltita correttamente ci mette tantissimo tempo (centinaia di anni) per degradarsi. Le industrie sono il principale problema perché molte di queste immettono nelle acque e nell’atmosfera sostanze tossiche che alterano l’equilibrio della natura. La maggior parte degli agenti inquinanti finiscono nei fiumi vicini alle industrie, che poi sfociano nel mare. A questo punto i rifiuti sono gettati in mezzo all’acqua e posso fare migliaia di chilometri e raggiungere posti lontanissimi. Per questo motivo è importante che ogni persona in tutto il mondo si preoccupi di smaltire nel modo più corretto i rifiuti.
Che cosa succede se i rifiuti finiscono in mare?
Non tutti i rifiuti che ci sono nel mare sono visibili dalla terra. A volte quando camminiamo sulla spiaggia ci accorgiamo di sacchetti di plastica, di bottigliette e altri oggetti, ma molti altri rifiuti pesanti si depositano sui fondali marini alterandone l’ecosistema.
I rifiuti che noi dalla terraferma non vediamo sono anche quelli lontani dalla costa, sembrano quindi innocui, perché sono distanti, ma tanto innocui non lo sono.
Nell’Oceano pacifico c’è una grandissima isola, ma non si tratta di un’isola comune, perché è fatta di rifiuti, ha un’estensione di migliaia di chilometri – chiamata Ocean Pacific Trash Vortex, oppure Great Pacific Garbage Patch – che è grande 3 volte la Francia. Non esiste purtroppo solo questa grande isola lontana da noi, ma un poco alla volta se ne stanno formando anche nei nostri mari.
Tutta l’immondizia che finisce nel mare, viene spinta dalla corrente in alcuni punti particolari e qui si raggruppa formando queste isole galleggianti che sono molto pericolose per l’ambiente.
Abbiamo detto che la plastica non si degrada per centinaia di anni e questo ha come conseguenza che tutti gli animali che ci sono nel mare mangino accidentalmente la plastica (pesci, tartarughe, uccelli marini, per esempio i gabbiani scambiano i sacchetti di plastica con il loro cibo preferito: i calamari). Gli animali poi non solo mangiano la plastica, che può provocare la loro morte, ma possono anche rimanere impigliati.

Cosa possiamo fare?
Tutti noi possiamo fare la nostra parte per evitare che la situazione diventi peggiore di quella che è. Ecco allora delle piccole azioni quotidiane che tutti insieme possiamo fare per dare il nostro piccolo contributo.
- Se devi buttare una cartaccia o una confezione di platica o un qualsiasi altro tipo di rifiuto, non lasciarlo per strada o in spiaggia. Tienila in tasca e buttala appena trovi un cestino;
- I rifiuti vanno gettati nel bidone giusto. La carta e il cartone nel bidone della carta, la plastica, il vetro e l’alluminio nel bidone della plastica, etc. In questo modo il riciclo sarà più semplice;
- Dobbiamo quindi tutti imparare bene come fare la raccolta differenziata, e insegnarlo agli altri. Se vedi qualcuno che sta per gettare un oggetto nel posto sbagliato, faglielo notare. Di sicuro lo apprezzerà e la prossima volta non sbaglierà!
- Puoi cercare di far capire a mamma e papà come ridurre l’inquinamento domestico, ovvero quel tipo di inquinamento che tutti producono dentro casa utilizzando determinati prodotti.
- Se vedi un amico che butta qualcosa per terra o in acqua, devi dirgli che è sbagliato e spiegargli perché deve raccoglierla subito e buttarla nel giusto cestino.
- Puoi evitare di comprare tante bottiglie di plastica e chiedere a mamma e papà se possono comprarti una borraccia da portare sempre con te
Ricorda: “goccia dopo goccia nasce un fiume e mille fili d’erba fanno un prato”. Anche se sembra che l’azione di una singola persona non faccia la differenza, tante persone insieme possono farla.