I benefici dello sport per disabili
Il diritto a vivere con dignità della persona disabile
Il termine stesso disabilità rimanda generalmente al concetto di incapacità nello svolgere determinate azioni, portando la persona disabile a vivere svariate complicazioni nella vita di ogni giorno. Si tratta di una definizione di pensiero che il mondo contemporaneo ha quasi completamente eliminato: non c’è nulla di più sbagliato nel pensare che l’individuo disabile debba forzatamente essere sottoposto quotidianamente a migliaia di ostacoli.
La persona disabile sa che la sua condizione gli appartiene, diventando parte integrante di sé stesso, così come è suo il colore della pelle, i suoi capelli, il suo volto. Non gli pesa il suo modo di essere, mentre magari può essere pesante come un macigno far parte di una minoranza esclusa da molti servizi e opportunità.
Quello che lo rende triste e inquieto è essere un numero all’interno di una categoria considerata di poco conto dalla società. Anche soltanto entrare in una banca per la persona disabile può essere un grosso impedimento. Non trovare il campanello alla sua altezza, come non avere la cabina abbastanza capiente per contenere i suoi ausili o la sedia a rotelle è una situazione di ampia problematicità per un disabile!
Andare nello studio del dentista posto al quarto piano di un edificio, se sprovvisto di ascensore, può diventare uno di quei impedimenti da non poter superare! Recarsi dal medico di famiglia e superare i sei gradini per accedere è un problema serio se non c’è qualcuno che lo possa aiutare o accompagnare.
Per non menzionare poi una cena conviviale in ristorante, andare in un museo o partecipare a una gita: tutto potrebbe essere difficile per una persona disabile che vive nel quotidiano una fatica eccessiva, giorno dopo giorno.
Oggi però, la società moderna ha messo le radici ben salde per cambiare un pensiero privo di accoglienza e integrazione, aprendo le porte a ogni tipologia di servizio, con intelligenza e rispetto, mostrando la vera umanità, elemento necessario per far vivere in maniera decente e con la giusta dignità tutte le persone, soprattutto quelle che sono investite da disabilità.
I benefici dello sport per le persone affette da disabilità
L’apertura a trecentosessanta gradi dello sport per la persona disabile è di estrema importanza in quanto consente uno sviluppo completo, sia sociale che fisico. Il ruolo dello sport è vitale poiché permette di conoscere il proprio corpo in maniera completa, evidenziando sia potenzialità e le risorse, sia il limiti.
Avere accesso alle discipline sportive per un disabile riveste una opportunità di notevole portata, portando la persona che vive una condizione fisica o psichica difficile può sviluppare le sue capacità inespresse e che, a volte, non sa di possedere.
Quando parliamo di disabilità, per forza di cose dobbiamo distinguere il disabile fisico da quello mentale.
Il disabile fisico si trova a dover affrontare grosse ristrettezze per quanto riguarda la corporeità e la motricità.
In caso di disabilità mentale, invece, è compromessa la capacità cognitiva che limita nei rapporti interpersonali.
Si tratta di condizioni che, per forza di cose, vanno a coinvolgere la sfera emotiva, oltre che relazionale.
Per superare le difficoltà nel percepire sé stessi e gli altri, per imparare a contenere e riconoscere i propri stati emotivi e per dare motivazione alle persona disabili, lo sport è un aiuto incredibile!
La persona disabile che riesce a praticare regolarmente l’attività sportiva riesce a migliorare notevolmente le sue capacità fisica, partendo da saper riconoscere i propri limiti e i punti di forza. Non solo. La disabilità riesce a essere superata potenziando tutti gli aspetti legati all’esplorazione e alla conoscenza, andando a sviluppare ampiamente le capacità relazionali.
Benefici fisici della pratica sportiva del disabile
Chi svolge attività fisica e sportiva ha come primo beneficio quello di accompagnare il suo organismo alla produzione delle sostanze endorfine, quelle speciali produzioni naturali del corpo capaci di azionare l’umore umano in positivo, regolando anche il sonno.
Se praticare sport per qualsiasi persona è utile per il suo organismo, per un disabile diventa di fondamentale importanza, in quanto vedrà diminuite le condizioni negative con il fantastico risultato di ricevere un benessere emotivo e fisico completo.
Sia agonistico, sia individuale, lo sport per un disabile è un aiuto indispensabile per potenziare uno sviluppo equilibrato del corpo. Sviluppare il corretto equilibrio per un disabile equivale ad avere una migliore capacità di deambulazione, rafforzando e fortificando i muscoli. Un tono muscolare consolidato e forte consente sia una buona manipolazione oculo-manuale di oggetti, sia il poter adoperare con dimestichezza ausili e attrezzi sportivi.
L’attività sportiva tende a migliorare resistenza, velocità e forza nel disabile, andando a influire positivamente sul ritmo cardiaco e respiratorio.
L’atleta disabile riesce perfettamente a muoversi in maniera corretta nello spazio, coordinando i movimenti in maniera ottimale, organizzandosi bene negli intervalli spazio-tempo. Il tutto nel raggiungere il massimo dell’autonomia motoria.
Benefici psichici della pratica sportiva del disabile
E se praticare sport a livello fisico comporta benefici totali, a livello psichico il disabile raggiunge il top! L’atleta disabile riuscirà a rinforzare una sicurezza maggiore verso l’esterno, potenziando anche la fiducia in sé stesso.
Nel momento in cui egli sperimenta le capacità personali, si renderà conto delle doti che possiede, riuscendo a muoversi abilmente, accettandone anche i limiti. Dopo aver raggiunto consapevolezza di sé, l’atleta disabile sarà in grado di superare ostacoli e fatica, portando avanti i suoi esercizi fisici, senza arrendersi.
L’attività sportiva accompagna il disabile a scaricare la tensione interna, consentendogli di affrontare la vita con maggiore serenità.
Da sottolineare come il disabile sportivo riesce a diventare autonomo praticando la sua attività fisica, staccandosi da quei legami familiari, soprattutto con i genitori che spesso diventano vere e proprie dipendenze.
In uno sport si troverà a superare quelle attività dove spesso chiede aiuto agli altri: imparerà a fare la doccia da solo, a vestirsi, mettersi le scarpe e prendersi cura della condotta di base.
Quali sport per un atleta disabile?
Lo sport di squadra è un contesto del tutto positivo per il disabile in quanto gli consente di inserirsi in maniera naturale in un contesto sociale. Interagire con l’allenatore, i compagni, gli avversari è per un atleta un modo genuino di prendere coscienza di nuove emozioni e sentimenti.
Potrà imparare a gestire relazioni interpersonali, gestendo anche eventuali conflitti e simpatie, adattandosi a qualsiasi situazione che gli si presenta.
In effetti, non esiste un limite per un atleta a praticare uno sport piuttosto che un altro. Il tutto dipende dalla sua capacità di acquisire e mettere in pratica le regole sportive, soprattutto per gli sport di squadra.
Un atleta non vedente potrà cimentarsi in ogni tipologia di sport: riuscirà a superare le difficoltà visive mettendo in azione gli altri sensi che lo guideranno in maniera agevole per la pratica sportiva. Potrà avere ottimi risultati, ad esempio, nella corsa e nel nuoto.
Grazie alla diffusione delle paralimpiadi sui canali TV, e anche dei Social Media, nell’ultimo decennio abbiamo imparato a conoscere, e ad apprezzare, la forza d’animo e le capacità di moltissimi atleti disabili; una su tutte la campionessa di scherma Bebe Vio – al secolo Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio -, la quale è diventata una vera e propria personalità dello sport italiano.
Oppure il famosissimo Alex Zanardi che, dopo aver perso gli arti inferiori durante un incidente automobilistico nel 2001, ha trovato la forza per diventare un campione di hand bike e dimostrare al mondo che tutto è possibile.
Certo, qui parliamo di atleti che soffrono di disabilità fisica ma, di tanto in tanto, saltano fuori bellissime notizie anche riguardanti atleti affetti da disabilità mentale. Come quando, ad esempio, nel 2017 la Nazionale italiana di calcio a 5 composta da ragazzi affetti da sindrome di down divenne campione del mondo.
Oppure, più recentemente nel 2019, con il successo della Nazionale Italiana Atleti di pallacanestro con sindrome di Down durante i mondiali di Madeira, in Portogallo.
Insomma, tutti questi esempi posso farci capire l’importanza di stimolare le persone affette da disabilità inserendoli all’interno di un contesto sportivo. Magari non diventeranno campioni del mondo, ma sicuramente riusciranno a vivere meglio il mondo che li circonda e conquistarsi una qualità di vita migliore.